Cosa dice la legge italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro
La salute e la sicurezza sul lavoro possono essere garantite se viene messa in atto una cultura della prevenzione in materia e per fare ciò si deve puntare su due fattori: la formazione e l’informazione.
I lavoratori sono i soggetti che devono essere tutelati, ma sono anche attori attivi in questo processo perchè devono essere informati e devono quindi essere consapevoli delle condizioni dell’ambiente lavorativo, dell’utilizzo dei sistemi di sicurezza, della valutazione dei rischi e delle misure preventive.
In Italia il principale riferimento normativo è il Decreto Legislativo n.81 del 2008, detto anche Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, che racchude al suo interno la legislazione in materia dell’ultimo mezzo secolo.
Il Testo Unico, che tiene conto anche delle successive integrazioni del Decreto Legislativo n.106 del 3 agosto 2009, è stato redatto tenendo contro delle direttive comunitarie che hanno come oggetto i principi della programmazione e della partecipazione di tutte le figure presenti all’interno dei luoghi di lavoro.
Nel Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro sono elencate le misure generali di tutela e sicurezza considerate in base a rischi specifici e ai vari settori di attività.
Vengono anche previsti periodi di formazione obbligatoria sia di informazione che di addestramento, per i lavoratori e per gli altri soggetti interessati in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro.
L’attività formativa segue le indicazioni fissate dagli accordi Stato-Regioni del dicembre del 2011.
Misure generali
Il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro dispone tra le misure generali di tutela:
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informazione e formazione adeguata in materia di sicurezza per lavoratori, dirigenti, preposti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS),
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istruzione adeguata dei lavoratori,
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partecipazione e consultazione dei RLS e dei lavoratori,
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predisposizione di misure atte a migliorare i livelli di sicurezza come codici di condotta o buone prassi.
Appare quindi evidente l’accento che il legislatore ha voluto mettere sull’informazione e sulla partecipazione dei lavoratori.
Valutazione dei rischi
Per garantire la sicurezza sul lavoro è necessario procedere preventivamente a una valutazione dei rischi che deve riguardare tutti i lavoratori e soprattutto quelli esposti a rischi particolari come quelli legati allo stress correlato al lavoro, allo stato di gravidanza, alla differenza di genere, di età, di provenienza da altre nazioni.
Queste osservazioni vengono raccolte nel doumento di valutazione dei rischi (DVR).
Sorveglianza sanitaria
Nei casi previsti dalla legge viene effettuata una sorvegliaza sanitaria da un medico competente.
Ciò avviene ad esempio nelle aziende in cui i lavoratori sono esposti a fattori nocivi come amianto, rumore, agenti chimici o cancerogeni, movimentazione manuale di carichi.
Il medico è chiamato a valutare l’idoneità del lavoratore allo svolgimento delle mansioni assegnategli e lo fa attraverso accertamenti periodici o legati a eventi particolari.
Nel caso in cui il medico accerti la non idoneità il datore di lavoro è obbligato ad assegnare al lavoratore una mansione che sia compatibile col suo stato di salute.
Figure responsabli della sicurezza sul lavoro
Il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), nominato dal datore di lavoro, e il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), eletto dai lavoratori, prendono parte insieme al medico alla riunione periodica indetta dal datore di lavoro.
In alcune aziende è il datore di lavoro stesso che ricopre al carica di RSPP.
Il RLS viene consultato dal datore di lavoro in merito alla valutazione dei rischi e alle misure di prevenzione individuate.
Viene informato se in azienda si usano sostanze chimiche o preparati pericolosi, sui macchinari e gli impianti utilizzati, sull’organizzazione all’interno degli ambienti di lavoro.